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La nostra storia
Il 15 maggio 1927 il motorismo sabino elesse i propri rappresentanti dando così vita al Reale Automobil Club Rieti (R.A.C.I). Alla presidenza venne chiamato il ventisettenne Marchese Rodolfo Cappelletti che, insieme agli inseparabili amici di numerose scorribande automobilistiche, Giovanni Stoppani e Giovanni Vincenti Mareri, fu il primo animatore dell’iniziativa. Allo scopo di far conoscere agli automobilisti sparsi per la provincia le attività del neonato club e l’utilità dei servizi offerti, fin dall’estate del 1927 quasi ogni domenica venivano organizzate nel reatino diverse manifestazioni di propaganda, nel corso delle quali circa dieci vetture si muovevano di buon mattino da piazza del Comune per raggiungere, di volta in volta, Amatrice, Leonessa, Poggio Mirteto, Magliano Sabino…
Nell’agosto del 1930 il Marchese Cappelletti passò la mano al Conte Vincenti Mareri: in quell’anno l’A.C. Rieti, secondo una statistica del R.A.C.I., risultava al quarto posto in una graduatoria nazionale tra i Club per la percentuale altissima (90%) dei soci in rapporto alle vetture in servizio privato circolanti nella provincia.
Sul finire degli anni trenta, gli sforzi del consiglio direttivo del R.A.C.I. di Rieti si orientarono soprattutto verso la valorizzazione del Monte Terminillo, ormai divenuto, in seguito al completamento della strada fino a Campoforogna, meta di numerosi turisti e di appassionati automobilisti; il 20 dicembre 1936 vennero, infatti, inaugurati i locali del posto di assistenza automobilistica di Pian de' Valli dove, per l’occasione, si svolse un raduno nazionale di auto indetto dalla presidenza generale del R.A.C.I.
Terminata la seconda guerra mondiale, il 3 aprile 1946 l’A.C. Rieti, sospinto dal desiderio dei suoi membri di riavviare le iniziative socio-economiche dopo il triste periodo bellico, si diede una nuova fisionomia chiamando alla presidenza un imprenditore reatino, il Cav. Annibale Iacoboni. Nel novembre 1958 il Cav. Iacoboni lascia la presidenza al Dott. Mario Ciancarelli, medico veterinario, che già per molti anni era stato revisore dei conti del Club.
Con l’inizio degli anni sessanta l’Automobil Club Rieti ampliò notevolmente le proprie strutture, ponendosi al servizio di una crescente schiera di automobilisti; nonostante la grave perdita del direttore Quinto Allegri (sostituito all’inizio del 1961 dal Dott. Amedeo Petrilli, dopo una breve reggenza del rag. Giovanni Vecchi), la tenacia del Consiglio presieduto dal Dott. Ciancarelli produsse una serie di iniziative che permisero di assecondare il ‘boom’ economico degli anni sessanta che, seppur con molto ritardo ed alquanto attutito, riverberò i suoi benefici effetti anche a Rieti.
Le vetture immatricolate in provincia, che nel 1931 erano appena mille (la targa RI-100 apparteneva ad un autocarro OM del Sig. Gino Sacchetti di Fara Sabina) e nel 1951 diecimila, raggiunsero nel 1965 le ventimila per arrivare alle cinquantamila unità immatricolate nel novembre 1972, quando l’Archtitetto Renato Ales, dopo una lunga e proficua opera in qualità di consigliere e presidente della commissione sportiva, succedette al Dott. Ciancarelli, nominato all’unanimità presidente onorario. Romano di nascita ma reatino di adozione, ufficiale dell’Aeronautica, prima di abbracciare la professione di architetto, Renato Ales venne affiancato da un consiglio parzialmente rinnovato dall’ingresso di alcuni noti professionisti forensi quali gli Avvocati Chiarinelli, De Santctis, D’Orazi e Petrangeli.
La presidenza dell’Arch. Ales si è caratterizzata, nella storia del Club, soprattutto per il nuovo impulso dato alla Coppa Carotti, la quale nel 1975 ottenne la sua prima validità europea: fu il coronamento di un sogno a lungo inseguito. Fu l'architetto Ales a disegnare il logo della cronoscalata, che viene tuttora impiegato.
Il 16 aprile 1982 in piazza Cesare Battisti a Rieti l’Avv. Cesare Chiarinelli ricevette dalle mani dell’Ing. Gaetano Danese, direttore generale della Motorizzazione Civile, la targa RI–100.000, che fu apposta – alla presenza delle maggiori autorità locali e del presidente dell’Automobil Club d’Italia Rosario Alessi – sulla nuovissima A 112 che il Club aveva acquistato per adibirla al servizio di noleggio per i soci.
La circolazione automobilistica continuò ad incrementarsi con il parallelo aumento dei soci: erano 2.690 quando l’Avv. Innocenzo de Sanctis venne chiamato alla presidenza del Club; la sua elezione apparve come una scelta dettata dall’esigenza di operare un deciso rinnovamento nei rapporti con la crescente compagine sociale. E i fatti hanno dato ragione: i soci nel 1984 raggiungeranno quota 3.500.
Attualmente l’attività sportiva del Club è incentrata sull’organizzazione della Coppa Carotti e sul notevole incremento del movimento piloti sotto la guida del Dott. Mauro Cordoni, abile tessitore di vitali rapporti con gli enti cittadini.
L’attività sportiva svolta pone l’A.C. Rieti, rappresentato dal suo presidente in seno al Consiglio Nazionale dello Sport Automobilistico, in una posizione di particolare rilevanza in campo nazionale ed europeo, sulla scia di una tradizione organizzativa che affonda le sue origini negli anni trenta.